» DESCRIZIONE
Famiglia: Fagaceae.
Origine: a grande sviluppo, il Leccio, o Quercus ilex L., è un albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae. Il nome Quercus è dato da due parole di origine celtica Kaerquer che significano “albero per eccellenza”; mentre l’epiteto specifico ilex, anch’esso di origine celtica, significa punta. La zona d’origine è foresta e boscaglia arida sui pendii delle colline attorno al Mediterraneo.
Portamento: il Leccio è un albero sempreverde, monoico, con chioma globosa ed espansa, il più delle volte con portamento arboreo, raramente arbustivo o cespuglioso, può raggiungere i 25-30 m di altezza; il tronco è eretto e la corteccia è liscia, grigiastra negli esemplari giovani, più scura, screpolata e fittamente divisa in placchette a maturità. I rami giovani sono pubescenti, crescendo, diventano glabri e scuri. L’apparato radicale è fittonante nei primissimi anni di vita della pianta, ramificandosi poi con l’età, diventa imponente e tale da consentire alla pianta di sopravvivere anche in ambienti estremi, quali suoli rocciosi o pareti verticali. È pianta molto longeva, potendo superare i 1000 anni di età.
Fogliame: foglie sempreverdi da ellittiche a ovali. Di colore verde scuro brillante nella pagina superiore, grigio argenteo e peloso in quella inferiore.
Fioritura: la fioritura del Leccio avviene nel periodo compreso tra giugno ed agosto mentre la fruttificazione avviene nei mesi di settembre-ottobre. La pianta inizia a produrre ghiande attorno ai dieci quindici anni di età.
Coltivazione: sopporta climi costieri, ma cresce meglio in terreni profondi, fertili e in climi miti.
Terreno: i terreni più consigliati per lo sviluppo della pianta sono prevalentemente di tipo gessoso, grasso, sabbioso e argilloso. Il terreno può avere un pH: acido, alcalino e neutro.
Propagazione: per seme in autunno.
Potatura e resistenza: tollera qualunque potatura, tanto da essere spesso utilizzato in forma di cespuglio per formare siepi, barriere frangivento, e nell’arte topiaria. Ha un’ottima resistenza alla salsedine, pertanto è particolarmente adatto nei giardini al mare.
Curiosità: le ghiande sono commestibili previa tostatura, possono essere usate come succedaneo del caffè; polverizzate, usate come addensante, oppure, mescolate a farine di cereali, per fare il pane. Poiché però contengono tannino è consigliabile lavarle accuratamente sotto acqua corrente prima di utilizzarle a fini alimentari; questa procedura, tuttavia, comporta la perdita di buona parte dei sali minerali in esse contenuti. Il metodo tradizionale di prepararle consisteva nel seppellirle in terreno umido e lasciarle così durante tutto l’inverno, disseppellendole poi a primavera, prossime alla germinazione, in questo modo avevano perso gran parte del loro potere astringente.