» DESCRIZIONE
Origine: vallate fluviali calde e secche della Cina e della Corea. Introdotta in Europa come pianta da giardino nella seconda metà del settecento, la Koelreuteria deve il suo nome al botanico tedesco J. G. Kolreuter. Famiglia: sapindaceae.
Portamento: aspetto espanso, di grande dimensione, raggiunge i 15 metri di altezza, ma spesso se ne incontrano di molto più piccole, governate con potature ragionate per restare nei limiti sopportabili da un piccolo giardino dove spesso è utilizzata.
Fogliame: foglie caduche, divise, profondamente dentate e lobate, di colore verde scuro nella parte superiore, pelose, gialle in autunno. Hanno una lunghezza fino a 45 cm. Corteccia: marrrone pallido, profondamente fessurata.
Fiori: piccoli, gialli, a 4 petali, in pannocchie erette. Da metà a fine estate.
Frutti: capsule papiracee rigonfie, di colore verdi o verdi tinti di rosso, marrone pallido a maturità.
Terreno: per la crescita della Koelreuteria paniculata sono indicati substrati di tipo gessoso, grasso, sabbioso e argilloso. L’ottenimento di notevoli risultati si può avere soltanto rispettando tutte le esigenze della pianta soprattutto riguardo al grado di umidità del terreno. Il terreno può avere un pH: acido, alcalino e neutro.
Esposizione: la posizione rispetto alla luce può essere in pieno sole, mezza ombra, ombra. Albero resistente all’inquinamento urbano, la Koelreuteria è ottima per i parchi cittadini e il fronte strada, cresce con forza in posizione calda e soleggiata, anche se sopporta un’ombra parziale. Teme però la salinità e il vento, perciò va posta a dimora in posizione riparata. La sensibilità al freddo diminuisce con l’età, tuttavia le piante soffrono sempre le gelate tardive e gli improvvisi ritorni di freddo. Possono manifestare problemi di attacchi fungini in estati umide.
Utilizzo dei frutti: la Koelreuteria, l’albero delle lanterne, è una pianta dal tronco nodoso che spicca per la produzione di frutti caratteristici: grappoli di capsule leggere, a forma di lanterna, dapprima verdi e poi marroncine, che restano a lungo sui rami anche dopo la caduta delle foglie. Sono simili a lanterne cinesi, da qui il nome popolare di “albero delle lanterne”. Nella forma ricordano anche quelle dell’alchechengi.
Ottime da essiccare e usare in composizioni ornamentali e mazzi.
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