» DESCRIZIONE
Origine, famiglia: il fiore è legato ad una leggenda davvero poetica. Si dice, infatti, che il pettirosso vagò per giorni da un albero all’altro fino a che trovò riparo tra i suoi rami. Per ricompensare l’arbusto della sua bontà e gentilezza, Dio fece cadere una pioggia di stelle che donarono ai fiori il loro aspetto splendente e dorato e il loro intenso profumo.
Portamento, terreno, coltivazione: questo arbusto predilige i terreni compatti e argillosi ed è in grado di resistere anche ai climi più gelidi. Una volta raggiunta la piena maturità, la pianta raggiunge mediamente i 3 metri di altezza e assume un aspetto arbustivo molto simile alla forsizia. A differenza di quest’ultima, i rami rimangono eretti per e in estate si ricoprono di un ricco fogliame dal colore verde tenue. Come anticipato, è una pianta che richiede davvero poche cure e attenzioni. La posizione ideale per la messa a dimora è in pieno sole, magari insieme ad altre piante da siepe come noccioli, cotogni e forsizie. Coltivato a ‘spalliera‘, fissando cioè i rami più giovani a supporti robusti contro un muro – potrete controllarne più facilmente lo sviluppo e impedire che si allarghi. Con questa tecnica, può essere facilmente coltivato anche in terrazzo, preferibilmente in vasche di plastica o di legno molto capienti e profonde.
Fogliame: le foglie sono larghe e caduche, i fiori ascellari giallastri con screziature porpora che compaiono anche in pieno inverno e col gelo.
Fioritura: la fioritura avviene in primavera, ed è costituita da piccoli fiori bianchi o giallo chiaro, campanulati, con petali lineari, leggermente cerosi; i fiori di questo calicanto non profumano o hanno un profumo delicato. I fiori ascellari giallastri con screziature porpora che compaiono anche in pieno inverno e col gelo.
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