A marzo tra le prime fioriture troviamo i fiori di San Giuseppe, così battezzati dalla tradizione popolare poiché proprio durante questa ricorrenza era già possibile ammirarli su prati e lungo le strade di campagna.
Fiore antico, di facile coltivazione, diffusissimo nei giardini fino a metà Novecento, poi quasi dimenticato e confinato nel giardino della nonna, merita oggi di essere riscoperto e valorizzato, ed ecco il perché.
E’ un’ erbacea perenne rustica e frugale appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae; ama l’ombra piena o parziale, ma sopporta bene anche il pieno sole. Le sue grandi foglie cuoriformi carnose formano cespi che assicurano umidità al proprio colletto (rendendola quindi resistente alla siccità), e vanno a formare folti cuscini sempreverdi. Da marzo ad aprile dalle foglie fanno capolino steli robusti terminanti in inflorescenze campanulate, generalmente rosa intenso.
Da utilizzare come tappezzante , per riempire un angolo di giardino dimenticato, in bordure ed aiuole, oltre che in vaso (magari una bassa ciotola in coccio) , quasi come ricadente.
Adatta a tutti i tipi di terreno, in giardino la si può accostare ad Iris, Astilbe, Tulipani, Liriope Muscari. Ideale per completare e colorare giardini autunnali e invernali, soprattutto con le varietà la cui foglia in inverno si colora di rosso vino.
Ed allora ricordiamoci di non dimenticare la Bergenia, non solo a San Giuseppe!
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