L’oleandro, detto anche Nerium oleander è un arbusto ornamentale di grande bellezza e resistenza, celebre per le sue fioriture colorate. Adattabile a climi caldi e secchi, richiede poche cure: un’esposizione soleggiata, un terreno ben drenato e potature leggere bastano per mantenerlo rigoglioso. Grazie alle foglie lucide e alla fioritura abbondante, si integra perfettamente in siepi, bordure o vasi, aggiungendo un tocco di eleganza mediterranea a qualsiasi giardino.
Etimologia
L’oleandro, è comunemente conosciuto con il nome scientifico di Nerium oleander (“Nerium” deriva dal greco nerion che significa “acqua” e “Oleander” deriva dal latino olea, per la somiglianza delle foglie con quelle dell’olivo).
Un’interpretazione alternativa suggerisce che “oleander” possa derivare dalla combinazione dei termini greci “ollyo” (“uccidere”) e “aner” (“uomo”) richiamando la tossicità della pianta.
È un arbusto sempreverde originario del mediterraneo, rinomata per le sue numerose proprietà benefiche e il suo utilizzo in vari settori che spaziano dalla medicina tradizionale alla cosmetica.
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Caratteristiche botaniche
- Classificazione: appartiene alla famiglia delle Apocynaceae.
- Tipo di pianta: si tratta di un arbusto sempreverde, vigoroso e cespuglioso, con rami eretti o leggermente arcuati, privi di spine e rivestiti da corteccia liscia.
- Dimensione: può raggiungere 2–5 metri di altezza e altrettanti di larghezza in piena maturità.
- Foglie: semplici, lanceolate, lunghe 5–15 cm, di colore verde scuro, lucide e coriacee, con nervatura centrale ben evidente.
- Fiori: petali di 2–5 cm a cinque lobi leggermente ricurvi, riuniti in infiorescenze a ombrella; le tonalità possono variare dal bianco al rosa, rosso, giallo e salmone; la fioritura inizia in tarda primavera fino all’autunno.
- Frutti: composti da due follicoli lunghi 5–10 cm, contenenti numerosi semi alati che si disperdono con il vento.
- Radici: molto fitte, ben ancorante e resistente alla siccità; non invasive, adatto anche a terreni poveri e rocciosi.
Cura e Coltivazione
- Esposizione: la posizione ideale per l’oleandro è un punto ben esposto al sole, dato che richiede una luce solare diretta.
- Terreno: per crescere al meglio l’oleandro richiede un terreno fertile e ben drenato, come ad esempio un misto tra materia organica e materiale argilloso o sabbioso.
- Clima e distribuzione: diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e dell’Asia occidentale, dove il clima mite ne permette una crescita regolare.
- Parassiti e malattie: la malattia più diffusa dell’oleandro è la Septoria nerii, il cui nome deriva dal patogeno che la provoca: la septoria oleandrina. Si scatena in primavera-estate ed è riconoscibile per le macchie scure presenti sui bordi delle foglie. Per prevenire che si sviluppi questo patogeno è importante garantire una corretta innaffiatura, assicurarsi che il terreno sia adeguatamente drenato in modo da evitare marciumi e ristagni, eseguire una corretta potatura.
Un’altra malattia importante dell’Oleandro è la rogna che induce la comparsa di escrescenze su foglie, follicoli e fusti, portando ad una riduzione della fioritura. Non esistendo cure efficaci, per evitarne la diffusione si consigliano potature con strumenti puliti, disinfettati e l’eliminazione di tutto il materiale infetto.
Utilizzi in progettazione
L’oleandro essendo molto versatile, è ottimo per la realizzazione di siepi, o la coltivazione in vaso. Quando si decide di coltivarlo alcuni elementi da tenere in considerazione sono l’esposizione al sole e l’aerazione, è infatti importante assicurarsi di posizionarlo in una zona soleggiata per gran parte della giornata e di effettuare un invaso durante l’inverno in modo da non esporlo a temperature troppo basse. La temperatura ideale per il suo sviluppo è di circa 18° anche se diminuzioni o aumenti non influiscono particolarmente sul suo sviluppo.
Le piante con cui si abbina molto bene sono ad esempio Olivo, Lillà, Limone e Agapanthus che permettono di creare un’atmosfera mediterranea.
Potatura
La potatura dell’Oleandro è importante per preservarne la sua forma e stimolare la crescita dei nuovi germogli.
Viene effettuata principalmente tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando la pianta è ancora in riposo vegetativo. I passaggi importanti durante la potatura sono:
- Eliminare i rami secchi, malati e in genere danneggiati.
- Tagliare i rami più vigorosi di circa un terzo della lunghezza.
- Diradare la chioma per aumentare il passaggio della luce e favorire il ricircolo dell’aria e modellarla per mantenere la forma desiderata.
È importante ricordare che essendo l’Oleandro una pianta velenosa, si raccomanda di utilizzare dei guanti quando la si pota o nel caso in cui lo si faccia a mani nude è necessario lavarle abbondantemente.
Irrigazione
L’Oleandro, una volta radicato tollera la siccità ma per garantire una buona crescita e un’abbondante fioritura è necessario evitare ristagni gestendo l’acqua.
- Primo periodo dopo il trapianto: per le prime settimane si consiglia di innaffiare 1-2 volte a settimana assicurandosi che il terreno rimanga umido.
- Fase adulta: se le piante sono in terra si possono innaffiare una volta ogni 7/8 giorni. In vaso, invece, è necessario bagnare abbondantemente, per poi attendere che il substrato si asciughi prima di irrigare nuovamente.
Nota: Si consiglia l’uso di acqua piovana o in generale a basso contenuto calcareo ed evitare le irrigazioni nei mesi invernali per evitare marciumi radicali.
Propagazione
La propagazione dell’Oleandro avviene principalmente tramite le talee tra maggio e giugno e si articola in tre fasi:
- Prelievo e preparazione delle talee: si eliminano i rametti di una lunghezza di circa 15 cm sotto il nodo, rimuovendo le foglie inferiori e intingendo la base in un ormone radicante così da agevolare l’emissione delle radici.
- Radicazione: può avvenire inserendo le talee in un contenitore con acqua non calcarea al riparo dalla luce diretta oppure in terra piantando in un mix di sabbia e terriccio universale.
- Messa a dimora: una volta che le radici hanno raggiunto 2-3 cm di lunghezza si possono posizionare in un luogo non soleggiato.
Un secondo metodo con cui può avvenire la diffusione è per margotta che avviene incidendo un anello di corteccia su un ramo semi legnoso, si applica un ormone radicante e si avvolge con terriccio umido racchiuso in pellicola. Dopo 4/6 settimane, si recide il ramo verificando la presenza di radici e si rinvasa come nuova pianta.
Concimazione
Per assicurarsi una buona fioritura, è importante concimare l’oleandro in primavera con fertilizzanti bilanciati ricchi di fosforo e potassio, da somministrare ogni 4–6 settimane.
Infine, è importante sottolineare che una somministrazione di azoto troppo elevata potrebbe favorire lo sviluppo fogliare a scapito della produzione di fiori.
Fitosanitaria
Le malattie che possono colpire più di frequente l’Oleandro sono quelle di origine fungina, quelle causate da insetti vettori e parassiti succhiatori che si possono manifestare come:
- Botryosphaeria dothidea: si riconosce per la presenza di macchie nere o marroni sulle foglie e per un deperimento delle chiome. Si controlla rimuovendo rami e foglie colpite, applicando un fungicida specifico.
- Puccinia nerii: si manifesta con delle piccole pustole di color arancio sul dorso delle foglie che possono portarne alla caduta. Si può debellare eliminando le foglie infette e utilizzando fungicidi a base di rame.
- Xylella fastidiosa: si tratta di un batterio causato da insetti che porta ad un disseccamento e ingiallimento di foglie e rami. Non essendoci cure efficaci, le piante colpite vanno estirpate per evitarne la diffusione.
- Marciume radicale: provocato da funghi nel suolo, porta ad ingiallimenti e perdita delle foglie, debellabile con un buon drenaggio del terreno ed evitando ristagni idrici.
Nota: monitorare regolarmente la pianta e intervenire prontamente ai primi segni di infestazione o malattia è essenziale per mantenere il Nerium oleander in salute.
Licenza foto: Wikimedia Commons e rispettivi proprietari.
Sesto d’impianto del Nerium oleander
Il sesto d’impianto dell’Oleandro (vale a dire la distanza tra una pianta e l’altra), dipende dalla funzione che si desidera ottenere e lo spazio disponibile.
- Siepi informali: per avere un risultato più naturale si consiglia di lasciare uno spazio di 1-1,5 metri tra gli oleandri permettendogli di espandersi e garantire un ricircolo d’aria.
- Piante isolate e viali alberati: quando si sceglie di usarli come piante esemplari o singole si può mantenere una distanza di 1,5-3 metri in modo da far sviluppare le radici.
Considerazioni dell'esperto
- Tossicità elevata: è importante ricordare che l’Oleandro è velenoso, dalle foglie ai fiori, ed è necessario tenere eventuali bambini e animali lontani dalla pianta.
- Fioritura: le corolle dell’oleandro possono essere semplici o anche doppie, conferendo alla pianta un aspetto decorativo maggiore.
- Frutti: in seguito alla fioritura si sviluppano dei follicoli che rilasciano progressivamente i semi, favorendone la dispersione naturale.
Tenendo in considerazione questi consigli, è possibile avere i migliori risultati nella coltivazione del Nerium oleander, garantendo una crescita sana e florida delle piante e facendo risaltare al massimo le loro proprietà decorative.
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